Cosa sono le articolazioni temporo-mandibolari
Le articolazioni temporo-mandibolari (ATM) collegano la mandibola alla testa e permettono l'apertura e la chiusura della bocca. Si tratta di condilo-artrosi formate dal condilo della mandibola e dalla porzione squamosa dell'osso temporale. Le superfici articolari sono separate da un disco articolare che divide la cavità in due spazi. Il disco articolare, anche chiamato menisco, è una struttura cartilaginea biconcava sulla quale si muove il condilo.
Queste strutture anatomiche possono essere sede di patologia determinando una serie di sintomi che portano spesso il paziente a pensare di avere un'otite media acuta. Per questo motivo, anche se la patologia è di competenza odontoiatrica, è frequente che sia l'otorinolaringoiatra e non il dentista il primo specialista che entra in contatto con un paziente affetto da questo disturbo.
Definizione di disturbo dell'articolazione temporo-mandibolare
Il disordine o sindrome dell'articolazione temporo-mandibolare (ATM), una volta nota anche con il nome di Sindrome di Costen, rappresenta la più frequente causa di dolore facciale.
Non esiste una definizione univoca di questa patologia ma può essere utile suddividere il disturbo in due entità separate: un disordine dell'articolazione temporo-mandibolare correlato a disturbi muscolari (miogeno) ed un disordine dell'articolazione temporo-mandibolare correlato a reali disturbi articolari (artrogeno). Tuttavia occorre dire che molto spesso le due entità cliniche coesistono nello stesso paziente rendendo difficile approntare una terapia corretta.
La forma miogena è la più frequente. E' caratterizzata da lesioni distruttive a carico dell'articolazione, dimostrabili tramite radiografia ed è frequentemente collegata a bruxismo notturno o tensione sull'articolazione durante il giorno (tipica dei soggetti ansiosi o sotto stress).
La forma artrogena, meno frequente, può essere provocata da artrite sistemica, disordini degenerativi a carico dell'articolazione o del disco articolare, infezioni, anchilosi o neoplasie.
Sintomi
I sintomi più frequentemente riferiti dal paziente con un disturbo dell'articolazione temporo-mandibolare variano in base alla gravità della patologia. I pazienti lamentano spesso dolore nella regione dell'orecchio (spesso confuso come sintomo di otite media acuta) che si esacerba con il movimento della mandibola e si irradia alla testa. Nelle forme miogene il dolore può essere mono o bilaterale mentre nelle forme artrogene è più spesso monolaterale (eccetto che in caso di artrite reumatoide).
Rispetto a quanto accade in caso di otite, il dolore legato a questa patologia ha solitamente caratteristiche trafittive (come una puntura di spillo) e tende a ripresentarsi nell'arco di un periodo temporale anche molto lungo. Il paziente può inoltre essere in grado di avvertire un rumore nel movimento della mandibola ma questo può anche avvenire in un soggetto che non ha un disturbo dell'articolazione. Il paziente può anche sperimentare una limitazione dell'apertura della mandibola o dei blocchi mandibolari. Il blocco può avvenire sia in chiusura che in apertura. Un disordine dell'articolazione può essere un fattore in grado di scatenare attacchi di emicrania, soprattutto in un soggetto già predisposto.
Diagnosi
La diagnosi di disturbo dell'articolazione si basa prima di tutto sull'esclusione di patologie sistemiche in grado di provocare il quadro (ad es. Artrite Reumatoide e disturbi connettivali) e poi sull'esecuzioni di esami radiologici di controllo. In generale anche una semplice radiografia dell'articolazione può spesso fornire buoni elementi diagnostici. In casi selezionati l'odontoiatra può consigliare di eseguire una TC o una RMN.
Per una corretta diagnosi della patologia occorre raccogliere una accurata anamnesi del problema ed occorre poi sottoporsi ad una visita odontoiatrica / ortodonzistica.
L'otorinolaringoiatra non si occupa di questo tipo di problema e si limita soltanto ad inviare all'odontoiatra i casi in cui sospetta la presenza del disturbo.
Tra gli elementi che spesso emergono nella storia clinica del paziente troviamo:
Utilizzo prolungato di computer o videoterminali;
Problemi psichiatrici (1/3 dei casi);
Storia di stress emozionale, traumi facciali, scarsa igiene dentale;
Storia di disordini dell'alimentazione;
Associazione con dolori alla spalla o al collo;
Storia di tensione muscolare diurna e bruxismo notturno.
Terapia
Per quanto riguarda la terapia, occorre sottolineare che la maggior parte degli episodi di disturbo dell'articolazione sono auto-limitanti, ovvero che la sintomatologia tende a risolversi spontaneamente.
Nei casi più ostici è possibile attuare una terapia medica basata su ibuprofene, spesso da utilizzare anche per periodi prolungati. I miorilassanti come diazepam sono da utilizzare almeno inizialmente a basso dosaggio. In alcuni casi si utilizzano antidepressivi triciclici a bassa dose e tossina botulinica da utilizzare in sede.
Spesso gli odontoiatri, a causa della frequente associazione con il bruxismo notturno, propongono l'utilizzo di protesi odontoiatriche rimovibili (i famosi bite) da utilizzare durante la notte. Queste protesi hanno la funzione di ridurre la tensione sull'articolazione. Esistono diversi tipi di dispositivi in grado di produrre un miglioramento della sintomatologia.
Nonostante i dispositivi creati su misura siano di gran lunga più efficaci dei dispositivi "universali" reperibili in farmacia o nei principali negozi online, l'acquisto di un dispositivo "universale" può essere utile per testare il grado di tolleranza da parte del paziente. Da notare che i dispositivi odontoiatrici pensati per questo tipo di disturbo sono diversi rispetto a quelli pensati per curare un problema di apnee notturne. A tal proposito consigliamo di leggere il post "Una protesi in bocca per smettere di russare".
Pagina a cura del Dr. Gianni Gitti