Trombosi Venosa Superficiale e Profonda
Definizione
La trombosi venosa profonda (TVP) è per definizione l'ostruzione parziale o completa di una vena della circolazione venosa profonda di un arto, da parte di un coagulo di sangue o trombo.
La Trombosi Venosa Superficiale (TVS) è l’ostruzione di una vena della circolazione superficiale di un arto causata dalla formazione del trombo, una massa solida derivata dal sangue.
Rischi collegati alla Trombosi
La forma superficiale è considerata benigna e auto-limitante. Tuttavia questa forma di trombosi ha la caratteristica di poter estendersi al sistema venoso profondo attraverso la giunzione safeno-femorale e le vene perforanti.
In questo caso, con la formazione di una TVP, la trombosi può arrivare ad interessare tutto il sistema venoso, la vena cava, le vene iliache, la vena femorale superficiale, la vena poplitea, le vene tibiali anteriori e le vene tibiali posteriori. Queste ostruzioni possono poi frammentarsi determinando la formazione di una piccola massa che in questi casi scorre nel torrente circolatorio venoso e prende il nome di embolo. Un embolo è una sorta di proiettile in grado di scorrere all'interno dei vasi sanguigni ed andare ad occludere la circolazione di numerosi importanti organi. L'embolo può raggiungere il polmone determinando embolia polmonare oppure il cuore determinando infarto miocardico. Se l'embolo raggiunge il cervello si può sviluppare un ictus cerebrale.
Fattori di Rischio
La formazione di un trombo occludente è favorito da alcuni fattori di rischio. I più importanti fattori sono rappresentati dall'allettamento prolungato oppure dall'immobilizzazione di alcune parti del corpo, come ad esempio in caso di ingessamento. Anche alcuni interventi chirurgici, soprattutto ortopedici, possono rappresentare una fonte di rischio. Particolarmente rischiosi sembrano gli interventi a carico delle anche (artroprotesi d'anca) e del ginocchio. Altre cause di TVP sono gli estroprogestinici, le malattie che comportano un aumento delle piastrine ed i deficit di antitrombina III, proteina C, proteina S.
Incidenza
La Trombosi venosa superficiale è una condizione clinica relativamente frequente nel mondo occidentale. La prevalenza varia tra il 3 e l’11%, mentre l’incidenza non è mai stata stimata con precisione ed è verosimilmente molto più elevata della TVP (1-2 nuovi casi/1000 abitanti/anno).
Sintomi
La trombosi venosa colpisce molto più frequentemente gli arti inferiori rispetto ai superiori. Il motivo sta nel fatto che il ritorno del sangue al cuore dalle porzioni più declivi del corpo è reso maggiormente difficoltoso dalla forza di gravità. Il flusso sanguigno, inoltre, può essere ulteriormente rallentato dalla presenza di malattie venose quali ad esempio la varicosi.
A seguito della formazione di un blocco del flusso ematico l'arto interessato manifesta gonfiore ed arrossamento. Toccando la zona interessata è possibile ravvisare un aumento della temperatura. Se l'arto colpito è una gamba di solito il dolore si manifesta a livello del polpaccio ed assomiglia ad un crampo. Il dolore è di solito più accentuato stando in piedi o camminando. Può inoltre estendersi fino alla caviglia o al piede.
Diagnosi
La diagnosi di certezza per questo tipo di patologie si basa sull'esecuzione di un ecocolordoppler venoso degli arti.
Qualora venga diagnosticata una trombosi in assenza di chiari fattori di rischio, è opportuno eseguire una serie di accertamenti volti a stabilire la presenza di uno stato di trombofilia. Per trombofilia si intende una predisposizione allo sviluppo di trombosi. Tali accertamenti sono ancora più importanti da eseguire se l'evento si è verificato in un soggetto di età inferiore ai 45 anni. I test sono numerosi ma tutti da eseguire mediante un prelievo di sangue. In pratica si vanno a studiare tutti i fattori potenzialmente implicati in una alterazione del meccanismo di coagulazione.
Terapia Acuta
La terapia da attuare in fase acuta è di tipo anticoagulante. Il farmaco maggiormente usato è l'eparina a basso peso molecolare. Rispetto all'eparina classica, questo tipo di farmaco è più maneggevole. Una volta raggiunta la certezza della diagnosi è opportuno associare anche un anticoagulante orale. Gli anticoagulanti orali non possono essere usati in caso di emorragia recente e/o gravidanza.
La terapia acuta non può mai avere durata inferiore ai 5 giorni e deve portare a valori di INR maggiori di 2. L'INR (International Normalized Ratio) è un valore che indica lo stato di coagulabilità del sangue.
Terapia Post-Acuta
La durata della terapia varia da caso a caso a seconda dei fattori di rischio presenti. In generale, l'utilizzo dell'eparina a basso peso molecolare dovrebbe durare almeno 3-6 mesi (Evidenza di livello 1A). Nelle fasi iniziali è raccomandato il riposo a letto, senza camminare. Una volta ottenuti valori buoni di INR è possibile camminare previa utilizzo di calze elasto-compressive.