Infarto miocardico

Definizione

Infarto

Si tratta del danno al muscolo cardiaco provocato dalla prolungata assenza di afflusso di sangue ai vasi coronarici. Come per tutti gli altri organi del corpo umano, infatti, anche i tessuti del cuore devono essere nutriti da un adeguato flusso sanguigno grazie alle arterie coronarie, dei piccolissimi vasi situati all'interno del muscolo cardiaco che hanno proprio la funzione di irrigare tutte le zone dell'organo.

In caso di ostruzione di uno o più di questi vasi, la porzione del cuore che non viene più irrorata va in sofferenza e, dopo pochi minuti, in necrosi.

L'infarto miocardico rappresenta sicuramente la patologia più nota e temuta dalla popolazione generale ed è senza dubbio una delle principali cause di morte. Il quadro interessa principalmente il sesso maschile.

Fattori di rischio

E' stata dimostrata l'associazione tra la presenza di particolari fattori e l'insorgenza di infarto del miocardio. In particolare, i fattori in grado di determinare un maggior rischio di infarto sono rappresentati da:

  • Familiarità per patologie cardiache o vascolari (Infarti, trombosi, ecc)

  • Fumo di tabacco o altre sostanze

  • Diabete

  • Ipertensione

  • Ipercolesterolemia

  • Obesità

  • Stress lavorativo e Carattere collerico

Sintomi

Per quanto riguarda la sintomatologia, occorre sottolineare che nella maggior parte dei casi, l'evento ischemico è preceduto, nei giorni precedenti, da sintomi premonitori quali fatica, malessere, e fastidi toracici non meglio precisabili.

In seguito, in corrispondenza del vero e proprio evento ischemico, si sviluppa un dolore toracico molto intenso caratterizzato dai seguenti aspetti:

  • Durata ininterrotta per 30-60 minuti,

  • Localizzazione retro-sternale con irradiazione alla spalla e al braccio sinistro,

  • Sensazione di pesantezza toracica

  • In alcuni casi sensazione di pienezza gastrica e indigestione

Visitando il paziente, inoltre solitamente si rileva, un aumento nel numero di battiti cardiaci al minuto, un ritmo cardiaco alterato e irregolare, un aumento (almeno iniziale) della pressione del sangue, un aumento della frequenza respiratoria, un aumento delle secrezioni dell'albero respiratorio con tosse, la comparsa di febbre in 24-48 ore

Diagnosi

La diagnosi di cardiopatia ischemica si basa sulla storia clinica e la sintomatologia del paziente. La diagnosi definitiva si ottiene eseguendo particolari esami ematici per rilevare l'aumento dei livelli circolanti di alcuni enzimi. In particolare, in corso di infarto si assiste ad un aumento della creatinchinasi, visibile già dopo 4-8 ore.

E' molto utile, inoltre, l'esecuzione di un elettrocardiogramma che mostra particolari alterazioni provocate dall'ischemia del muscolo cardiaco.

I reperti suggestivi per infarto riscontrabili in un elettrocardiogramma possono essere variabili. A volte troviamo un sopra-slivellamento del tratto ST seguito da una inversione dell'onda T e, dopo alcune ore, sviluppo di onda Q (infarto con onda Q). In altri casi si trova un sotto-slivellamento del tratto ST seguito da alterazioni persistenti del tratto ST e dell'onda T, senza sviluppo di onda Q (infarto senza onda Q).

Una visita cardiologica corredata da ecocolordoppler cardiaco permette di individuare un rischio di infarto nei soggetti a rischio ed è sempre consigliabile soprattutto nei soggetti con familiarità per questo tipo di evento.

Terapia

La cardiopatia ischemica rappresenta ovviamente una emergenza medica e deve essere inquadrata e trattata presso un presidio ospedaliero. Il trattamento da mettere in atto dipende in modo importante dalla rapidità con cui il paziente giunge all'osservazione medica poiché il danno tissutale diventa sempre più esteso con il passare dei minuti.

Lo scopo della terapia iniziale è quello di ridurre il dolore, limitare al minimo le dimensioni della zona infartuata, prevenire le aritmie e le complicanze meccaniche. Tra i farmaci da somministrare immediatamente troviamo acido acetilsalicilico. La successiva terapia farmacologica dipende dai risultati dell'elettrocardiogramma.

In alcuni casi, alla terapia medica si associa un trattamento chirurgico endoscopico (il posizionamento dei cosiddetti "stent") o classico (il confezionamento dei cosiddetti "by-pass" aorto-coronarici).

Attenzione

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